Copertina libri di crescita personale e finanziaria

Indice dei titoli suggeriti

Partiamo da una piccola premessa: non sono mai stato un gran lettore.

Non lo sono stato almeno fino al compimento della maggiore età. Da quel momento in poi è scattata una molla nella mia testa, forse perchè non più costretto dai professori a leggere per forza, e ho invece iniziato a divorare interamente libri, sopratutto di crescita personale e finanziaria.

Confessioni a parte, l’aver sviluppato l’abitudine alla lettura e aver letto svariati libri in questi anni (in uno di questi ho toccato quota 70, ne parlo qui), ho compreso man mano quanto questi fossero in grado di aiutarmi a diventare sempre di più la persona che sentivo di essere.

Dopo aver consigliato a tanti amici, clienti e conoscenti titoli di ogni genere, mi sono reso conto di nominare sempre gli stessi (o quasi) quando si tratta di argomenti come lo sviluppo del nostro potenziale personale e il raggiungimento delle nostre ambizioni, anche finanziarie.

Per questo ho realizzato questo articolo e ritengo che diventerà prissimamente la mia immediata risposta alla “solita” domanda:

Davide, da quale libro di crescita personale e finanziaria mi consigli di iniziare?

Buona lettura!

Libri di crescita personale

Senza dubbio uno dei miei titoli preferiti in assoluto, che ho sempre con me e rileggo almeno una volta l’anno, perché ogni volta ha qualcosa da insegnarmi (o ricordarmi) e mi aiuta a rimettere in ordine le idee.

Questo libro racchiude all’interno del titolo stesso quello che è uno, almeno secondo me, dei segreti che sta alla base del proprio successo personale e professionale. Parlo del concentrare le proprie energie.

Può sembrare un’idea banale, e infatti lo è. Ma la fregatura è proprio questa.

Convinti di dover complicare le cose per considerarle corrette, continuiamo ad aggiungere cose alla nostra vita finendo per perdere di vista quella che davvero avrebbe fatto per noi la differenza.

In una società che ci ha abituato a pensare che per essere di più occorra fare di più, la strategia più efficace è l’esatto contrario: fare di meno, e preferire la qualità alla quantità.

Oltre a questo fondamentale concetto, riassunto con l’espressione di “Principio di Pareto Estremo” (il 20%, del 20%, del 20%… fino ad arrivare a 1 sola cosa da fare), gli autori sfatano tanti miti che, pensando siano per noi utili, altro non sono che un gigantesco freno a mano. Uno su tutti il tanto osannato multitasking.

Se doveste applicare questa strategia a questa lista, immaginate quale titolo otterreste da leggere per primo

Prendete una delle discipline più pratiche e allo stesso tempo creative che ci siano, unitela al vostro percorso di crescita personale, et voilà …ecco a voi il Life Design! Scherzi a parte, ma neanche troppo, il tema del libro è proprio questo.

Come hanno fatto Bill Burnett e Dave Evans (un ex designer in Apple e uno tra i fondatori di Electronic Arts), entrambi designer, a creare uno dei corsi più seguiti dell’Università di Stanford? Molto semplicemete, hanno applicato i principi del loro lavoro quotidiano per hackerare il proprio percorso di vita applicando i principi del design.

Invece di lavorare su un prodotto da costruire, l’elemento centrale su cui concentrare le energie diventa la propria vita. Non in modo canonico, definendola a tavolino e augurandosi che vada tutto per il meglio alla fine, ma utilizzando un approccio innovativo: quello sperimentale.

La nostra vita infatti viene vista come un progetto su cui dobbiamo sperimentare il più possibile per comprendere quella che è la nostra vocazione professionale.

Gli esercizi che mettono a nostra disposizione sono differenti, a seconda del momento in cui ci troviamo, e ci permettono di comprendere non solo dove siamo, ma quale direzione farebbe al caso nostro. Senza però fare all-in e pregare di non schiantarci.

A questo proposito voglio svelare un piccolo retroscena: tutto il progetto Start Grow Up e la mia attuale carriera nascono dall’applicazione dei principi e degli esercizi che potete leggere qui dentro.

Proprio come ti fanno capire gli autori, la tua (prossima) strada ideale potrebbe essere a pochi centimetri da quella che stai percorrendo. Ma se non ti metti in gioco, non potrai mai saperlo.

Partiamo con il fare una piccola considerazione: a parer mio, la traduzione di questo titolo non rispecchia pienamente il contenuto del testo. La motivazione di questa affermazione nasce dal fatto che non parliamo proprio di regole, bensì di abitudini.

Altro elemento non propriamente corretto è il riferimento al successo. Sul questo discorso potremmo aprire un dibattito infinito, su cosa si intenda con successo, se ci sia una definizione univoca oppure no, e via dicendo… ma non è questo il punto. Diciamo che per successo possiamo riferisci, in questo caso almeno, a quello di efficacia.

Fatte queste dovute puntualizzazioni (lo so, sono un po’ pignolo a questo proposito), è importante parlare di come, quanto descritto nel libro non è un insieme di dettami rigidi, ma più che altro abitudini che bisognerebbe sviluppare per diventare il tipo di persona che vogliamo diventare.

I concetti infatti sono riferiti alla propria crescita individuale da dove poi è possibile procedere anche verso quella professionale.

In particolare, diventare professionisti (e nel nostro caso imprenditori) non è qualcosa che facciamo per avere un attestato da sventolare in giro, ma perché diventarlo ci fa compiere un viaggio di crescita personale e professionale con il fine di evolverci, di migliorarci.

Seguendo i consigli che l’autore ci suggerisce, entriamo in contatto con dei comportamenti dipendenti principalmente da una nostra scelta consapevole, e di conseguenza sotto il nostro pieno controllo.

L’essere umano per lui infatti è dotato di tutto quello che serve per poter diventare la miglior versione di se stesso. Deve solo “tirarlo fuori” e le abitudini, grazie alla loro ripetizione nel tempo, diventano una seconda pelle in grado di rendere i comportamenti virtuosi, naturali.

L‘autore Luca Mazzucchelli, psicologo e psicoterapeuta (oltre che imprenditore digitale) tra le sue diverse specializzazioni ha avuto modo di focalizzare tantissima parte sul lavoro proprio su quello che riguarda le abitudini.

Perché le abitudini sono così importanti? Perché secondo alcuni studi e secondo quanto viene rivelato anche nel libro, noi siamo il risultato delle nostre abitudini.

Questo piccolo insieme di abitudini, queste azioni che ripetiamo quotidianamente o comunque in modo continuativo, piccole o grandi che siano, ci porteranno attraverso la ripetizione nel tempo ad un effetto palla di neve che produrrà effetti e ci renderà il risultato appunto di quello che abbiamo fatto nel tempo.

Il libro è impostato in duplice modo. Una parte scientifica, in cui vengono spiegati i comportamenti che concorrono alla creazione delle abitudini o nella sconfitta di altre. Una pratica, alla fine di ogni parte del libro vengono inseriti infatti vari esercizi.

Tra questi, ritengo molto importante quello relativo all’individuazione dei nostri valori, perché grazie a questi possiamo capire quali abitudini sia meglio per noi sviluppare o sostituire. Identificare questi valori rappresenta infatti il principio di Pareto (l’80/20) per individuare il 20% di azioni che ci porta l’80% dei risultati. 

Uno dei concetti trattati  che più mi è piaciuto, è quello del “ciclo dell’abitudine”. Quel ciclo composto da tre elementi che ci permette di capire come funziona un’abitudine ed è composto dal segnale (la miccia che fa scaturire la necessità di compiere una determinata azione), l’azione stessa (il comportamento positivo o negativo che mettiamo in atto) e il beneficio (il vantaggio traiamo nel momento in cui andiamo a realizzare l’azione).

Già solo conoscere questo ciclo ci mette in posizione di vantaggio rispetto allo sviluppo delle abitudini, ma per rendere questa conoscenza davvero utile ci occorre rimboccarci le maniche e metterla in pratica.

Questo titolo è ormai parecchio in là con gli anni ma, nonostante il tempo trascorso, lo reputo molto attuale. A prescindere dal titolo che può essere un pochettino fuorviante, è un libro di crescita personale basato sui consigli di uno dei più grandi business philosopher d’America.

Chi era Jim Rohn? Conferenziere, imprenditore, motivatore, ha avuto modo di influire tantissimo sulla filosofia applicata al business, partendo dagli USA e poi diventando famoso in giro per il mondo. Era il mentore di uno dei più famosi motivatori della nostra epoca, ovvero Tony Robbins.

Di questo libro trovo molto interessante il binomio che si viene a creare unendo la filosofia e il business.

Mette infatti in relazione due concetti che possono sembrare disgiunti ma che in realtà sono molto vicini tra loro. E questo lo ritroviamo spesso anche in imprenditori contemporanei e di caratura nazionale e internazionale come per esempio Brunello Cucinelli (uno dei miei preferiti).

La lettura di questo titolo può essere d’aiuto per orientarsi nel proprio percorso di crescita imprenditoriale consapevole, perché tratta di argomenti che hanno un’importanza considerevole nella vita di tutti i giorni, ma anche nel modo di intendere l’attività d’impresa e il nostro stile di vita.

Libri di crescita finanziaria

Primo libro di questa categoria che tengo a consigliarvi è il testo autobiografico di uno tra i miei imprenditori preferiti: Derek Sivers

Scoperto grazie a una delle interviste condotte da Tim Ferriss e a vari Ted Talks, la visione dell’imprenditoria che descrive in queste poche pagine è davvero affascinante.

In circa 40 lezioni (ci sono varie versioni più o meno aggiornate del testo) esprime quelli che sono i concetti che ha acquisito a proprie spese facendo impresa.

Il suo obiettivo iniziale infatti non era fondare un’azienda, ma aiutare se stesso e poi i suoi amici a perseguire la propria passione: la musica. Con il tempo, dopo aver capito il potenziale che la sua idea poteva avere sulle persone come lui, ha perseverato e migliorato il servizio creato, senza trascurare se stesso.

Una libricino pieno di spunti e riflessioni interessanti, stimoli per rivalutare quello che abbiamo sempre creduto voglia dire fare impresa, lanciare una propria startup, creare un proprio business

Il concetto che più mi è rimasto impresso è quello che l’autore definisce come “utopia”: creare la nostra azienda è il modo che abbiamo di creare qualcosa che in questo mondo segua le nostre regole, come vorremmo che le cose funzionino davvero… e per permetterci di fare, ma soprattutto di essere, qualunque cosa vogliamo realmente.

Questo è uno di quei titoli che davvero mi ha sconvolto. Ormai ha qualche anno, ma risulta essere davvero senza tempo, oltre che neanche chissà quanto grande da leggere.

Impostato come un manifesto volto a stravolgere l’ordinario modo di fare impresa, questo titolo è composto da piccoli capitoli che trattano varie argomentazioni relativi al business e alla produttività.

Non a caso gli autori sono i founder di uno dei software di produttività aziendale più diffusi, Basecamp, e i principi che enunciano sono quelli che loro stessi hanno applicato nella loro azienda.

Ci sono tanti temi che mi hanno affascinato e, non volendo spoilerarvi tutto il contenuto, ve ne presento giusto un paio.

Il primo, molto in controtendenza con quella che è l’idea ordinaria del fare impresa (in Italia e non), è riferito al mettere in discussione il motivo per cui volgiamo “solo” crescere a tutti i costi rispetto all’essere economicamente sostenibili.

Il secondo invece distingue l’attività degli stakanovisti da quella delle persone efficienti. Concetto che mi impegno a ricordare, e che forse dovremmo tutti tenere in considerazione un po’ più spesso, è quello dell’impegnarsi per trovare il modo più veloce per fare le cose nel modo migliore possibile.

Ottenere quindi il massimo risultato con il minimo sforzo grazie alla concentrazione delle energie, piuttosto che essere degli stakanovisti che stanno lì ore, ore e ore a lavorare, ma effettivamente concludono poco e cercano di giustificare il tempo impiegato. Scollegare quindi il numero di ore lavorate dal risultato prodotto.

Da soli, questi due “piccoli” temi potrebbero tenerci impegnati ad arrovellarci per tanto tempo… immaginate tutti gli altri!

Il titolo dato a questo libro di finanza personale mi ha creato sempre un po’ di difficoltà, perché non capivo se fosse un buon libro oppure un titolo civetta, dove venivano presentati vari concetti triti e ritriti, già letti qui e là in altri libri simili.

Per diverso tempo infatti, ho preferito leggere libri ben più conosciuti come “Padre ricco padre povero”, “L’uomo più ricco di Babilonia” e altri, che però dopo un po’ hanno iniziato effettivamente ripetersi nel tempo.

Di conseguenza ho dato una possibilità a questo titolo e mi sono stupito. Adesso lo considero tra i migliori libri di finanza personale e imprenditoria in circolazione.

Perché è così bello e per quale motivo vi consiglio di leggerlo? Prima di tutto perché rispetto ad altri libri di formazione di questa tipologia, tipicamente lunghi circa 200 pagine se non leggermente di più e molto vaghi, questo è invece di circa 500 pagine e contenuti all’interno si sviluppano in un modo completamente differente dal solito.

Altro motivo è la storia dell’autore, un imprenditore diventato libero finanziariamente a seguito della vendita di una sua azienda che ha realizzato anni prima di scrivere il libro.

Questo è il risultato della sua volontà di dare il proprio parere e scrivere tutto quello che gli altri non hanno mai scritto, insieme a quello che a lui in primis avrebbe voluto leggere e sapere all’inizio del suo percorso imprenditoriale.

Il concetto principale ruota intorno alla metafora delle tre tipologie di strade per la ricchezza: il marciapiede (non una vera e propria strada, bensì l’attesa che le cose arrivino senza fare nulla), la strada lenta (la strada mainstream, seguire i consigli della massa: andare all’università, trovare un buon lavoro, investre i pochi risparmi per 40 anni sperando di vedere i frutti una volta anziani) e infine la strada veloce, l’autostrada appunto (mindset e spunti pratici sull’attività d’impresa).

Rispetto agli altri titioli sul tema, l’autore ribalta tutto o quasi  quello che ci viene propinato dagli altri, concetti come l’utilizzo dell’interesse composto e tutta una serie di altre credenze e informazioni che solitamente ci vengono date.

Favorisce lo sviluppo del nostro pensiero critico, imprenditorialmente parlando.

Questo libro è uno dei pilastri da dover leggere assolutamente e prendere in considerazione nel voler realizzare un’impresa differente, non solo dal punto di vista delle azioni, ma soprattutto dal punto di vista dell’approccio applicato.

In particolare il libro presenta una disciplina, il growth hacking appunto, che più di dieci anni fa si è diffusa in America e recentemente è arrivata anche nel nostro Paese.

Viene descritta però in modo tale da non considerarla effettivamente una nuova disciplina, un nuovo modo di fare marketing o un suo nome alternativo (cosa che purtroppo ancora oggi molti erroneamente credono).

Viene detto in maniera molto esplicita che il growth hacking altro non è che un modo di pensare, un modo di intendere non soltanto l’attività di business ma qualsiasi azione, qualsiasi campo della nostra esistenza, in modo differente.

Il concetto principale è l’invito ad adottare uno spirito di sperimentazione basato sull’individuazione di ipotesi, l’esecuzione di test e e l’analisi dei risultati, in modo comprendere di cosa abbia funzionato o meno.

Ovviamente, questa attività non va fatta solo una volta, ma ripetuta continuamente impostando un vero e proprio processo.

Un titolo da tenere pronto sulla propria scrivania (o nello zaino), per essere consultato in caso di necessità!

Il titolo di questo libro è abbastanza particolare, “La felicità fa i soldi”… Ma effettivamente che cosa significa?

È ovviamente una provocazione, fatta per sovvertire una delle considerazioni più comuni ai giorni nostri, ovvero: i soldi fanno la felicità (o meglio, i soldi NON fanno la felicità).

Si tratta di uno di quei mantra che spesso ci ripetiamo, supportati anche dall’indottrinamento che la società ci ha fatto, per convincerci del fatto che il denaro non sia poi così tanto importante.

Il libro è strutturato in maniera davvero interessante perché unisce quelli che sono due risvolti importanti ma allo stesso tempo poco considerati della ricchezza. Quella esteriore, intesa proprio come ricchezza materiale e disponibilità di denaro, e la ricchezza interiore, riferendosi ad argomenti relativi alla propria crescita personale e spirituale.

La sua peculiarità a mio parere è data dal percorso suggerito dagli autori, i Moneysurfers.

Per loro infatti  è necessario che l’uomo percorra questo viaggio attraverso vari stadi (ricchezza istintiva, emotiva e consapevole) in modo da rendere equilibrate due parti differenti. La metafora che viene utilizzata è quella di un fiume composto da due argini: uno è la ricchezza interiore e l’altro la ricchezza esteriore.

Se una parte è più alta o bassa dell’altra, il fiume rischia di uscire dagli argini e deviare dal suo corso. Se invece sono curati tutti e due gli argini, il fiume potrà scorrere in modo fluido.

Per me è stato di grande ispirazione tanto da aver contribuito alla definizione di molti concetti che tratto con il progetto Start Grow Up. Un libro capace di innescare un vero cambiamento.

In conclusione: libri di crescita personale e finanziaria

L’ elenco qui sopra non vuole assolutamente avere la presunzione di essere completo, ma piuttosto un punto di partenza per quanti sono a secco e sono anche un po’ stanchi di sentire sempre gli stessi titoli.

Il problema a volte di leggere tutti quanti le stesse cose è quello di finire per pensare come la pensano tutti, e di recitare a pappagallo certi concetti solo perché sono scritti in libri famosi, che hanno venduto milioni di copie.

Ma se siete arrivati fino questo punto credo lo sappiate già: difficilmente i tesori si trovano nella strada battuta da tutti. Certi testi vanno letti, ma ritengo occorra farlo con uno spirito critico e cercando anche altre campane per comprendere quale sia la propria.

Una cosa che ho scoperto leggendo tanto è che alla fine non tutto quello che leggi ti rimane dentro, non solo nella mente, ma proprio nel cuore e nella vita quotidiana.

Quello che davvero rimane è il libro che risuona con quello che pensi “da sempre” e non sei mai riuscito a esprimere. Gli altri invece ti permetono solo di testare quei concetti e di metterli alla prova.

Mi auguro vivamente che questi titoli possano risuonare con voi, o mettervi in guardia su quelli che potrebbero essere concetti da rivedere e lasciar andare.

Siamo sempre in tempo per pensare diversamente, fare diversamente e, sopratutto, essere diversamente. Possibilmente, migliori.

Grazie per la lettura e alla prossima!

P.S.

Qui trovi una bella lista di altri Libri imprenditoriali Consapevoli, che ho letto personalmente e mi sono stato consigliati dai tanti imprenditori consapevoli che ho avuto modo di intervistare nel podcast! Se sei alla ricerca di titoli, potrebbe fare al caso tuo 🙂 

Hai altri libri da consigliare?
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